«Rubami l’amore e rubami
Il pensiero di dovermi alzare
E ruba anche l’ombra di fico che copre
Il cicalar della comare
Che vedo bianco di calce e pale
Pigramente virare
E ho in bocca rena di sonno
Nella rete del sogno meridiano
Che come rena
Mi fugge di mano
Che sudati è meglio
E il morso è più maturo
E la fame è più fame
E la morte è più morte
Sale e perle sulla fronte
Languida sete avara
Bellezza che succhi la volontà
Dal cielo della bocca
Bocca bacio di pesca che mangi il silenzio
Del mio cuore
Sud
Fuga dell’anima tornare a sud
Di me
Come si torna sempre all’amor
Vivere accesi dall’afa di Luglio
Appesi al mio viaggiar
Camminando non c’è strada per andare
Che non sia di camminar
Mescimi il vino più forte più nero
Talamo d’affanno
Occhio del mistero
Olio di giara, grilli, torre saracena
Nell’incendio della sera
E uscire di lampare
Lentamente nel mare
Bussare alle persiane di visioni
E di passi di anziani
Sud
Fuga dell’anima tornare a sud
Di me
Come si torna sempre all’amor»

Vinicio Capossela